Leishmaniosi cane: sintomi, cure e territori a rischio

leishmaniosi animale è una malattia sostenuta da parassiti appartenenti ai protozoi. L’agente principale della leishmaniosi nelle aree mediterranee è la Leishmania infantum, un parassita in grado di colpire soprattutto il cane e, più raramente, anche gli esseri umani. Se ti parliamo di Leishmania a cosa pensi? La leishmaniosi canina viene veicolata in Europa dalla puntura del Phlebotomus papatasi, comunemente chiamato pappatacio, insetto simile alla zanzara. I pappataci leishmaniosi colpiscono principalmente da maggio ad ottobre e preferibilmente dal tramonto all’alba. È presente in tutto il mondo, tranne, a quanto pare, in Australia, ma principalmente si trova in aree vicino al mare o nelle zone tropicali. Le numerose segnalazioni degli ultimi anni di casi di leishmaniosi nei cani provenienti da aree tradizionalmente ritenute indenni (anche dell’Italia settentrionale), debbono portare alla conclusione che – in pratica – non esistono zone, comunemente abitate, che possano essere considerate completamente sicure.

Quali sono i sintomi della leishmaniosi?

Questa malattia colpisce il cane punto dall’insetto infetto e porta a sintomi della leishmaniosi sono piuttosto gravi. Un cane risultato positivo al test può tuttavia vivere per molto tempo prima di manifestare sintomi, ma può comunque diffondere la malattia. La leishmaniosi, inoltre, è un’antropo-zoonosi, cioè una malattia trasmissibile, in alcune particolari condizioni, anche in leishmaniosi uomo. Molto importante è tenere presente che la leishmania non viene trasmessa direttamente da cane a cane o da cane a persona: il protozoo infatti, per diventare infettante, deve prima compiere nel pappatacio una parte del proprio ciclo biologico. La vicinanza o il possesso di un cane infetto comportano dunque un rischio epidemiologico per l’uomo minimo, visto che in una zona endemica saranno molti milioni i pappataci infetti potenzialmente in grado di pungere. I sintomi della leishmaniosi canina possono presentarsi assieme o singolarmente. Alcuni animali possono presentare prevalentemente la sintomatologia cutanea della malattia e avere quindi una leishmaniosi cutanea, in altri vengono colpiti gli organi interni, altri ancora manifestano sintomi di entrambi i tipi. La sintomatologia e i segni clinici possono pertanto essere, nei casi non conclamati, multiformi e talvolta difficili da inquadrare. I sintomi della leishmaniosi sono:
  • Dermatite secca esfoliativa tipo forfora
  • Perdita di peso in modo più o meno rapido
  • Alopecia ovvero perdita di pelo intorno agli occhi, sulle zampe, sul dorso
  • Lesioni alle orecchie le quali perdono pelo e manifestano vere e proprie ulcere sanguinolente
  • Perdita di sangue dal naso (epistassi) dovuta a ulcere nella mucosa orale, in cui sono presenti i parassiti
  • Crescita accelerata delle unghie (onicogrifosi)
  • Dolori articolari compreso anche mal di schiena: il cane se ne sta spesso immobile in piedi, tenendo la testa bassa per cercare sollievo
  • Lesioni oculari, dovute a una uveite e iridociclite
  • A livello viscerale si riscontrano danni renali, in correlazione ai quali compaiono, col procedere della malattia nei successivi gradi di disfunzione renale: polidipsia, poliuria, anoressia, vomito, diarrea, ulcere orali, sino ai segni neurologici e al coma uremico.

La diagnosi della leishmaniosi

La diagnosi viene effettuata attraverso esami del sangue, dell’urina, prelievi citologici di linfonodi, midollo osseo e milza. Il sangue viene valutato quali-quantitativamente nelle sue componenti cellulari (esame emocromocitometrico), in quelle proteiche plasmatiche (elettroforesi) e dal punto di vista immunologico, alla ricerca degli anticorpi indicanti il contatto col parassita (immunofluorescenza) o del parassita stesso (PCR); dall’esame del siero si ricavano informazioni sulla funzionalità degli organi interni, specie fegato e reni. L’urina dà informazioni sulla funzionalità renale, valutandone il peso specifico, il contenuto in proteine, le cellule presenti. Sul midollo osseo, milza ed i linfonodi si ricerca la presenza del parassita tramite esame microscopico e PCR.

La terapia per la leishmaniosi

I protocolli terapeutici sono oggetto di continui studi e verifiche di efficacia ed attualmente alcuni soggetti possono essere gestiti in maniera eccellente. Cani che reagiscono molto bene alla cura possono continuare a vivere anni senza più manifestare i sintomi ed alcuni possono negativizzarsi sierologicamente. Tuttavia sono possibili delle recidive e per questo motivo in genere si effettuano esami di laboratorio periodici. I farmaci che hanno maggior successo sono quelli a base di antimoniali, come l’antimoniato di metil-glucamina, che è considerata la terapia d’elezione in associazione con un altro farmaco, l’allopurinolo, ma sono attivi parzialmente anche il metronidazolo e alcuni chinoloni. Inoltre la miltefosina, un farmaco usato da anni in medicina umana come chemioterapico, ha mostrato nei primi studi un’efficacia sovrapponibile a quella dell’antimoniato di metil-glucamina. La miltefosina viene somministrata per via orale nel cibo, al contrario l’antimoniato di metil-glucamina deve essere somministrato per via parenterale prevalentemente sottocutanea. Numerosi sono i casi di negativizzazione del parassita (leishmanie) con gli attuali protocolli di cura (glucantime-allopurinolo e\o milteforan-allopurinolo), ma ciò non rende purtroppo l’animale esente da un eventuale ricontagio o reinfestazione.

La profilassi per la leishmaniosi

La profilassi per il cane rivolta alla protezione dagli insetti, avviene tramite l’applicazione sull’animale di prodotti repellenti (in genere piretroidi naturali o sintetici come la deltametrina e la permetrina), contenuti in collari, spray o fiale spot-on da applicare sulla cute, che hanno dimostrato in test e ricerche scientifiche un potere antifeeding sul flebotomo, ospite intermedio. Poiché il flebotomo vive tra l’erba e colpisce soprattutto di notte, è meglio non far dormire il cane in giardino almeno nelle aree geografiche più colpite dalla malattia. La lotta ai flebotomi può essere condotta principalmente attraverso due tipi d’intervento: il primo prevede misure di protezione contro la puntura dei flebotomi; il secondo, teso a ridurre significativamente la densità di questi insetti, implica l’uso di insetticidi e/o operazioni di bonifica ambientale atte ad eliminare le cause favorenti il loro sviluppo larvale, in particolare in aree urbane e peri-urbane. Misure da prendere per la protezione individuale e collettiva in zone endemiche per leishmaniosi, oltre l’uso di repellenti, sono l’utilizzo di zanzariere a maglie molto fitte applicate a finestre e porte e l’evitare di soggiornare all’aperto durante le ore notturne nella stagione calda.  ]]>

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